“Probabilmente lo spettacolo a cui abbiamo assistito ad opera degli universitari che si sono radunati in corteo non era il funerale dell’Università, bensì la commemorazione dei quarant’anni dalla morte dell’Università italiana, uccisa dagli stessi universitari nel 1968”.
Così esordiscono i giovani dell’Udc che prendono immediatamente posizione sulle modalità della manifestazione universitaria.
“È da quel tempo infatti – sottolineano- che la nostra cultura e formazione scolastica ha conosciuto un declino sempre maggiore che ha portato il nostro paese a perdere di competitività e di qualità. Il corteo funebre è la testimonianza di come la comunità dovrà sostenere i costi sociali e di tutte le forze dell’ordine che potevano essere altrove, invece impegnate nel tener a bada coloro i quali hanno preso spunto da un tema serio ed importante quale quello della riforma scolastica ed universitaria, per strumentalizzarlo e utilizzarlo come parafulmine per urlare pubblicamente offese ed improperi vergognosi all’indirizzo delle alte cariche dello stato e dei rappresentanti delle istituzioni”.
“Il tema fondamentale è che manca quell’educazione al buon senso che avrebbe portato ragionevolmente a tavoli di discussione e confronto seri, anziché scadere nel populismo di massa che coinvolge strumentalmente tutto e tutti. Nell’istruzione – aggiungono- va ricercata la qualità, un’offerta formativa adeguata e competitiva, ma allo stesso tempo quell’educazione sociale e culturale che il mondo della formazione scolastica deve offrire come modello e non al contrario mostrare il fianco a manifestazioni demagogiche e senza contenuti”.
“La società di oggi necessita di un forte patto generazionale che veda dalla stessa parte studenti, docenti, istituzioni, famiglie e mercato del lavoro, con la sicurezza che il giovane rappresenti la risorsa principale e non l’anello debole della catena. Solo così – concludono- un confronto serio che coinvolga tutte le parti con senso di responsabilità potrà far sì che il sistema culturale e formativo italiano possa tornare quello che era un tempo investendo sul merito e creando un’università selettiva che non veda un proliferare di atenei accostandone uno per ogni campanile d’Italia”.
Iscriviti a:
Commenti sul post (Atom)
Nessun commento:
Posta un commento